Trattamento Cotto

La Smile Service consiglia una gamma di trattamenti naturali che non emettono vapori nocivi nel tempo e che garantiscono dopo l’applicazione una eccezionale tenuta alle macchie d’olio e al traffico. I nostri specialisti sono in grado di scegliere la tipologia di intervento, i macchinari e i prodotti più adatti  ad ogni tipo di problematica coniugando i tempi di esecuzione con le esigenze del cliente. Il pavimento di cotto è un materiale versatile e durevole, ma poroso e assorbente, richiede quindi l’intervento di personale competente e tecniche adeguate. La Smile Service avvalendosi della collaborazione con aziende leader nel settore è riuscita a trovare quel compromesso che è indispensabile per poter garantire trattamenti efficaci e duraturi. Le tecnologie innovative che proponiamo risolvono le problematiche della pulizia e protezione antimacchia ed antiusura delle terrecotte ad alto assorbimento, marmi, pietre e gres porcellanato pur salvaguardarne le caratteristiche estetiche naturali, di ridurne la macchiabilità e di ripulirle propriamente.

Il materiale con cui è composto il cotto lo rende poroso e come tale assorbe facilmente lo sporco e le sostanze oleose, da qui la notorietà di materiale “delicato” e di difficile manutenzione. Questo problema di cui è sicuramente necessario tenere conto, è però risolvibile con una serie di operazioni, utilizzando prodotti specificatamente indicati per i diversi tipi di materiale.

In passato si utilizzavano oli e vernici mentre oggi sono disponibili prodotti speciali che proteggono il pavimento da sporco, acqua, olio, usura e al tempo stesso conferiscono alla superficie un aspetto caldo e naturale.

Il cotto è un materiale dal sapore antico, dall'aspetto caldo e accogliente, dalla spontanea naturalezza, dal colore rosato che ben si avvicina al legno e alle pietre. Affinché la sua bellezza sia duratura è necessario che il pavimento, una volta posato sia adeguatamente protetto dagli agenti macchianti e dagli effetti del tempo. La porosità del cotto, infatti, se da un lato permette la traspirazione, dall'altro fa si che il pavimento, se non adeguatamente trattato, tenda a mantenere lo sporco e a macchiarsi. Il processo di protezione, dunque, non è facoltativo, come talora capita di sentire, ma deve essere considerato un completamento del prodotto che viene acquistato: un pavimento in cotto non può essere considerato finito se non viene trattato e protetto in maniera appropriata.

Un buon trattamento deve, allora, proteggere la superficie dall'aggressione dello sporco di qualunque natura sia; permettere una finitura esteticamente valida, senza snaturare il prodotto; consentire una agevole manutenzione ed infine deve poter essere removibile, in modo da poter intervenire agevolmente nell'eventualità sorgesse la necessità di eliminarlo.

L'intervento per il trattamento è in genere suddiviso in diverse operazioni:

1) Pulizia e lavaggio

2) Trattamento di profondità e di superficie o finitura.

3) Manutenzione e conservazione.

Le prime due operazioni sono da affidare a personale specializzato mentre la terza può essere eseguita dal cliente stesso durante la manutenzione ordinaria.

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1PULIZIA E LAVAGGIO
Questa fase operativa deve ritenersi la principale e più delicata per il raggiungimento del risultato ottimale e prevede la rimozione dei residui cementizi della fugatura e delle cosiddette "efflorescenze saline". La pulizia permette, inoltre, di liberare la caratteristica porosità del cotto affinché questa possa accogliere più in profondità possibile le sostanze del trattamento protettivo di finitura; nei cotti nuovi in seguito alla posa, va effettuata dopo un intervallo di tempo di circa 25/30 giorni per il periodo estivo e di 40/50 giorni per il periodo invernale. Se la posa avviene con collanti il periodo si riduce a circa una settimana. Questo periodo di tempo è necessario per permettere alle sostanze solubili in acqua, contenute nel pavimento, di spurgare per mezzo dell'umidità di posa e di affiorare alla superficie dando luogo alle efflorescenze saline, che altro non sono che agglomerati di sali solubili, che appaiono come macchie biancastre. Oltre a queste, la pulizia ha lo scopo di rimuovere la biacca cementizia, i residui della fugatura, la calce, la tinteggiatura e altre sostanze impiegate nel cantiere e depositatesi sul pavimento. La rimozione dalla superficie del pavimento delle sostanze improprie e incoerenti va effettuata avendo cura di non danneggiare le singole piastrelle e le fughe, né tantomeno di modificarne l'aspetto originale. Nel caso invece di pavimenti esistenti potrà sorgere la necessità di rimuovere eventuali trattamenti precedenti o impropri, oppure di eliminare macchie da inquinamento, eventuali muffe o alghe, depositi calcarei, olii o grassi, etc. Molte persone pensano che sia necessario e sufficiente in tutti questi casi utilizzare l'acido cloridrico, commercialmente noto come "acido muriatico". Pur essendo un prodotto efficace, peraltro solo su alcuni tipi di sporco, se ne sconsiglia l'utilizzo considerata la pericolosità per l'uomo, l'ambiente e le attrezzature. Oggigiorno esiste una vasta gamma di prodotti chimici reattivi mirati alla dissoluzione delle principali sostanze che possono essere presenti sulle superficie del cotto. Tali prodotti abbinati all'uso di attrezzature dedicate, quali la monospazzola a dischi abrasivi, gli aspiraliquidi, etc. permettono una completa ed efficace soluzione al problema della pulizia del pavimento. Successivamente si dovrà procedere con un energico risciacquo e portare la pavimentazione ad una asciugatura completa necessaria per i trattamenti a base solvente, mentre invece non necessita di asciugatura completa in caso di trattamenti a base acrilica.
2FINITURA O PROTEZIONE
Questa seconda fase nella quale si esegue il trattamento può essere realizzata in diversi modi: Con l’utilizzo di olii e cere. Con l’utilizzo di emulsioni acriliche a base d’acqua. Con l’utilizzo di prodotti a base solvente. I primi due procedimenti sono indicati per pavimenti in cotto realizzati all’interno, o all’esterno se coperto; l’ultimo è adatto alla protezione dell’esterno scoperto.

UTILIZZO DI OLII E CERE

Il primo metodo deriva da quello che possiamo definire “metodo antico”, ovvero dall’ insieme di metodologie di origine empirica che si basavano sulla miscelazione di prodotti naturali quali l’olio di lino crudo e la cera d’api. A partire da questi metodi, ormai in disuso, da diversi anni si sono iniziati ad effettuare trattamenti con prodotti tecnologicamente più avanzati, messi a disposizione dall’industria chimica. Tali sistemi di trattamento che potremmo definire tradizionali, prevedono l’impregnazione o la protezione in profondità con prodotti a base vegetale essiccativi ed idrorepellenti ad alta penetrazione, e la stesura di diverse mani di cere liquide o pastose, con o senza pigmenti.

UTILIZZO DI EMULSIONI ACRILICHE A BASE D’ACQUA

Il secondo metodo è molto più recente grazie alla comparsa di nuovi tipi di prodotti, e lo possiamo definire “metodo moderno”. L’impiego di questi prodotti è stato reso necessario da una crescente richiesta di maggiore velocità e semplicità sia nel trattamento sia nella manutenzione giornaliera, senza modificare il risultato estetico. Il trattamento si realizza mediante l’applicazione di 2 o 3 mani di prodotti sintetici o acrilici messi a disposizione dagli sviluppi più recenti della chimica. Questi prodotti sono di varia natura e generalmente a in base d’acqua, sono definiti come resine o polimeri.

UTILIZZO DI PRODOTTI A BASE SOLVENTE

L’ultimo sistema è quello utilizzato per i pavimenti esterni. Come si può intuire un pavimento in cotto esterno presenta delle problematiche totalmente diverse dalle pavimentazioni interne; infatti, entrano in gioco nuovi fattori come l’azione del sole, delle pioggie e soprattutto del gelo. Pertanto, scontato che il cotto posato all’esterno debba essere rigorosamente ingelivo per evitare fenomeni di scagliamento o rottura dovuti all’azione del gelo e del disgelo, Per queste superfici sarà, inoltre, necessario un trattamento che dopo la pulizia, preveda l’applicazione di prodotti idrorepellenti che impediscano la penetrazione dell’acqua, mantenendo possibilmente il potere traspirante del cotto. Nel caso in cui questi ambienti esterni possano venire utilizzati per cucinare e pranzare all’aperto oppure vi sostino veicoli, è opportuno applicare dei prodotti che rendano il pavimento oltre che idrorepellente, anche oleorepellente.
3ISTRUZIONI PER LA MANUTENZIONE DEI PAVIMENTI IN COTTO.
Detergente: diluire un cucchiaino da caffè di prodotto in 1 litro d’acqua e stendere il prodotto sul pavimento utilizzando uno spruzzatore; passare quindi uno straccio vileda bagnato d’acqua ben strizzato, sciacquandolo ogni 10 mq. Sotto acqua corrente, per togliere lo sporco raccolto.
Cera: è bene stenderla una prima volta, non diluita, dopo il trasloco per poi ripetere il trattamento con cera diluita in acqua distillata al 50%, regolarmente ogni tre mesi. Per la stesura della cera è buona norma un medesimo strofinaccio, tipo vileda, non utilizzato per altri scopi o con altri prodotti. La cera che avanza non va mai riutilizzata.
Avvertenze: per una lunga durata del trattamento utilizzare solo prodotti da noi consigliati. Non versare sul pavimento diluenti, solventi, alcool, ammoniaca, o prodotti contenenti gli stessi. Si consiglia di coprire il pavimento con cartoni durante i lavori di cantiere; se questi vengono bagnati sostituirli immediatamente con altri asciutti. Non usare naylon per coprire in quanto impediscono la traspirazione del materiale e non mettere mai scotch a contatto con il pavimento. Il trattamento è studiato per un usura domestica e non di cantiere. Non usare mai lavapavimenti con getti di vapore a 100 gradi, in quanto i trattamenti resistono a temperature di 60-70 gradi; per pulire il pavimento è sufficiente il detergente che elimina alla perfezione anche i batteri e le muffe eventualmente esistenti. Per togliere le macchie utilizzare una spugna o uno scottex passando da destra a sinistra, avendo l’accortezza di non lasciare morire la macchia sul pavimento. Nel caso cadesse dell’olio sul pavimento dopo aver raccolto con una spugna passare il detergente per sgrassare. Eventuali righe nere devono essere tolte con il detergente. Si consiglia inoltre di utilizzare sottovasi con piedini per evitare ristagni che potrebbero generare cerchi sul pavimento. Mettere dei feltrino sotto sedie, divani, mobili.
4LA PRODUZIONE
Dall’inizio del secolo ad oggi le innovazioni del processo produttivo si sono susseguite numerose, e la manualità delle operazioni è stata prima affiancata e poi sostituita da processi meccanici automatizzati. Attualmente l’argilla viene estratta dalle cave grazie potenti mezzi meccanici, e dopo una fase di macinazione con molini a martelli mobili, viene immagazzinata in silos e quindi prelevata nelle quantità necessarie ed imbevuta d’acqua al fine di ottenere la plasticità ottimale per la fase di trafilazione.

Questa fase viene svolta da apposite macchine chiamate mattoniere che hanno lo scopo di amalgamare e togliere aria all’impasto che viene spinto, con pressioni elevate, in una bocca, , detta filiera, sagomata come il pezzo che si vuole ottenere. Il risultato è un filone continuo di argilla plastica che viene tagliata nelle lunghezze desiderate da una apposita macchina detta “taglierina”. Segue la fase di essiccamento, che ha lo scopo di togliere circa il 25% dell’acqua contenuta nel prodotto.

L’essiccamento avviene riutilizzando l’aria calda recuperata dai forni di cottura a valle e le temperature sono controllate per evitare che i notevoli ritiri dovuti alla disidratazione possano danneggiare il prodotto.

All’uscita dall’essiccatoio i pezzi vengono inseriti nei forni dove acquistano le caratteristiche di resistenza all’abrasione, resistenza meccanica, e durezza superficiale.

Alla fine del processo il materiale cotto viene immerso per un paio d’ore in una vasca piena d’acqua per consentire lo scioglimento di buona parte dell’ossido di calcio presente nella piastrella, che altrimenti potrebbe dare luogo a successive fratture. Seguono le fasi di scelta, imballaggio e di palettizzazione.

Nel settore del cotto tradizionale si possono trovare due diversi indirizzi di produzione con caratteristiche diverse fra loro: Il primo relativo alla fabbricazione di oggetti da ornamento per la casa ed il giardino oltre che di laterizi destinati prevalentemente al restauro di antiche opere in cotto. Il secondo tipo di produzione fornisce su vasta scala materiali per l’edilizia destinati sia agli interni che agli esterni. Comprese in questa tipologia di prodotti, troviamo le piastrelle in cotto, denominate per comodità “cotto” che si possono classificare in:

- Cotto tradizionale, intendendo il cotto realizzato con i moderni metodi produttivi, non smaltato;

- Cotto smaltato, prodotto simile al precedente, ma che subisce durante il processo una fase di applicazione dello smalto.

- Cotto antico, ovvero il cotto prodotto con metodi semi-artigianali. In questa categoria rientrano i prodotti impastati a mano e cotti in forni a legna, ed in generale quei prodotti la cui lavorazione viene effettuata con metodi e strumenti tradizionali.

Il cotto tradizionale fonde tradizione ed innovazione per dare origine ad un prodotto dai colori caldi e naturali e viene fabbricato in diverse tipologie:

Arrotato a crudo; è un cotto a superficie rustica, ottenute prima della cottura con un procedimento di arrotatura per mezzo di spazzole i acciaio. E’ il prodotto più conosciuto, che esalta il colore rosato del manufatto. Può essere utilizzato sia in interni che in esterni.

Satinato; Presenta una superficie liscia e compatta, di aspetto vellutato, ottenuta con dischi abrasivi anziché con spazzole di acciaio. L’effetto è meno rustico del precedente a parità di colorazione ed è adatto a pavimenti collocato in interni.

Levigato; E’ un cotto duro e compatto che al termine del processo produttivo subisce una fase di levigatura, bisellatura e lucidatura mediante mole abrasive. E’ un prodotto moderno adatto agli interni di ambienti.

Il cotto smaltato si ottiene stendendo un velo di smalto sulla piastrella ancora cruda che lo assorbe in modo non omogeneo, determinando un’irregolarità superficiale che ne è la caratteristica più ricca di fascino e che va opportunamente esaltata in fase di posa, Prelevando e piastrelle da scatole diverse e miscelandole. Il cotto smaltato trova applicazioni sia negli ambienti interni che esterni e si sposa indifferentemente con gli stili classici, rustici e moderni.

Il cotto“antico” è un cotto di nuova produzione, ma realizzato secondo i tradizionali procedimenti artigianali. Le irregolarità della superficie, dei bordi e disomogeneità della colorazione ne sono i principali elementi di fascino. E’ consigliato negli ambienti dove si vuole ottenere un aspetto decisamente rustico, esso è l’ideale nelle ristrutturazioni ed è stato adottato nella bioarchitettura, che mette in evidenza gli effetti negativi sulla salute dei materiali usati in edilizia e nell’arredamento e suggerisce di circondarsi di materiali naturali che non si caricano elettrostaticamente, non creano barriere al vapore, regolano l’umidità ambientale, non emettono polveri o sostanze tossiche.
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PRIMA DEL TRATTAMENTO

La foto sopra è di un cotto posato in un agriturismo a Fiuggi, è sporco del residuo dei lavori di cantiere effettuati nella costruzione della struttura. Il proprietario ci ha chiesto se era possibile pulirlo dai residui di calce e cemento e successivamente trattarlo in maniera da renderlo vivo e pratico per una pulizia ordinaria.
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DOPO IL TRATTAMENTO

Il trattamento da noi proposto ci ha permesso di avere il risultato che vedete nella foto qui sopra. E' un composto di polimeri a base d'acqua che una volta asciugato forma un velo di protezione sulla superficie del pavimento, rende saturi i colori e permette una normale pulizia ordinaria.
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PRIMA DEL TRATTAMENTO

In questa foto possiamo vedere in panoramica come si presenta la superfice del cotto di questa stanza nel suo insieme e subito dopo nella foto sotto come spicca la bellezza e il calore di questo materiale una volta trattato.
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DOPO IL TRATTAMENTO

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PRIMA DEL TRATTAMENTO

Nella foto in alto, un nuovo esempio di come si può presentare la superficie del vostro pavimento in cotto dopo l'esecuzione dei lavori di muratura. Una patina polverosa di gesso con evidenti residui di cemento coprono la superficie rendendo la pavimentazione arida, senza colore e molto ruvida, quindi di difficile manutenzione.
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DOPO IL TRATTAMENTO

In quest'altra foto il risultato più che evidente di un intervento di recupero che ha ridonato al cotto la sua naturale bellezza, dotandolo in più di una protezione contro le macchie e nello stesso tempo rendendolo di più facile manutenzione.
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PRIMA DEL TRATTAMENTO

Anche in questo esempio di trattamento di un balcone coperto si nota la netta differenza dal pre-trattamento al post-trattamento.
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DOPO IL TRATTAMENTO